Ryu, il ragazzo delle caverne è un cartone animato giapponese (il titolo originale è Genshi shōnen Ryū) ambientato in una non definibile era della preistoria.
Tratto da un manga
Tratto dall’omonimo manga del fumettista nipponico Shōtarō Ishinomori (1938-1998), tale anime venne prodotto dalla Toei Animation e il primo episodio (dei ventidue totali) andò in onda nel Paese del Sol Levante il 30 ottobre 1971.
In Italia nel 1979
Il cartone giunse in Italia solo nel giugno 1979, sebbene il suo layout, decisamente innovativo, facesse pensare ad una produzione più recente.
Ryu
La storia narra le vicissitudini di Ryu, un ragazzo alla ricerca di sua madre alla quale venne sottratto dai componenti della di lei tribù per venire offerto come sacrificio al mostro (un tirannosauro) Tirano, ma salvato da morte certa dall’intervento della scimmia bianca Kitty.
Il cucciolo umano
Scimmia che poi provvide a crescere amorevolmente il giovane Ryu quale suo cucciolo.
Uomini e dinosauri?
Il grave errore è relativo al fatto che tali peripezie vedono gli umani condividere il pianeta Terra con i dinosauri, tra i quali il terribile tirannosauro Tirano.
65 milioni di anni di differenza
In realtà, come noto, i dinosauri si estinsero circa 65 milioni di anni fa (alla fine del Cretaceo), dunque ben prima della comparsa del genere umano, che ebbe luogo tra i 200mila e i 100mila anni fa.
Un errore gravissimo
Al di là dei fatti romanzati, come per esempio, uomini e donne della preistoria che proferiscono frasi di senso compiuto, l’errore relativo alla convivenza tra dinosauri e umani è gravissimo, poiché tra l’estinzione dei primi e la comparsa dei secondi trascorsero poco meno (si fa per dire) di 65 milioni di anni.
Cautele…
Errore commesso senza la cautela di precisare che fosse un passato distopico, oppure una realtà alternativa o ancora un altro pianeta.
… casi analoghi
Cio soluzioni adottate frequentemente per altri cartoni animati del periodo.
Preconcetti
Col rischio di indurre concetti erronei nel periodo di formazione scolastici dei giovani telespettatori. (Giuseppe Livraghi per 70-70.it)