A pieno titolo una hit intramontabile, A horse with no name degli America è un brano senza età considerato da sempre criptico e ricco di curiosità (molte delle quali prive di fondamento, come vedremo tra poco), come il fatto che fosse cantato e suonato da Neil Young, che fosse ispirato dalla Guerra del Vietnam e che fosse un inno alla droga.
La genesi
Pubblicato nel long playing d’esordio del 1971 degli America, gruppo inizialmente formato da Gerry Beckley (1952), Dewey Bunnell (1952), Dan Peek (1950-2011, che però lascerà la band nel 1977), figli di padri statunitensi, facenti parte di personale militare di stanza nella base USAF londinese di West Ruislip in Regno Unito e di madri britanniche, il singolo aveva differenti b-side.
A horse with no name/Sandman
Una edizione distribuita negli Stati Uniti del singolo conteneva sul lato B il pezzo Sandman.
A horse with no name/Everyone I meet is from California
In una di quelle distribuite nel Regno Unito, invece, era stato inserito sulla seconda facciata del 45 giri il brano Everyone I meet is from California.
Neil Young
Per sonorità e voce, il brano, che raggiunse la prima posizione nella Billboard Hot 100 per tre settimane in Canada, la terza nel Regno Unito e la quarta in Irlanda, fu confuso da molti come un nuovo pezzo di Neil Young (1945), artista all’epoca già molto famoso.
Simbolo della guerra nel Vietnam
Un’altra curiosità riguarda l’associazione di A horse with no name alla Guerra del Vietnam. In realtà il brano non aveva nulla a che vedere con tale scenario bellico, ma nel 1990 fu scelto come colonna sonora del film Air America con Mel Gibson (1956), che, divenuto famoso, generò l’equivoco.
Il trip
Il testo tratta di un viaggio di riflessione nel deserto (con sfumature ambientaliste e richiami alla cultura hippy) attraverso un cavallo di cui il protagonista non conosce il nome, né glielo dà. Tuttavia, poiché nello slang del periodo horse era il termine per identificare l’eroina, il viaggio di A horse with no name fu immediatamente associato al trip della droga.
Censura
L’interpretazione fu così condivisa, che molte radio decisero inizialmente di non trasmetterlo e fu necessaria una smentita ufficiale degli America sul vero significato della canzone.
L’ispirazione
In realtà, ebbe a spiegare l’autore del testo Dewey Bunnell, nell’inverno uggioso inglese, egli trasse la sensazione del deserto caldo e secco, ispirandosi a un dipinto di Salvador Dalí (1904-1989) che era appeso a una parete dello studio, attingendo altresì ai suoi ricordi di bambino, quando con la famiglia aveva attraversato il deserto dell’Arizona e del Nuovo Messico per raggiungere una base militare dove prestava servizio il padre.
La revisione
La tesi della metafora sull’uso di eroina è però tornata in auge nel 2004, quando Dan Peek pubblicò un’autobiografia intitolata An American Band: The America Story, dove spiegò il motivo del suo abbandono del gruppo a causa di abusi di alcol, droghe e delle groupie.
La cover di Michael Jackson…
A horse with no name fu oggetto di una cover di Michael Jackson (1958-2009) del 1998 col titolo A place with no name, realizzata durante le sessioni di Invincible. Tuttavia, il brano musicale non venne scelto per l‘album e fu inserito in Xscape del 2014, ma in una versione diversa degli Stargate.
… e di Little Tony
In Italia fu incisa da Little Tony (Antonio Ciacci, 1941-2013) nel 1972 una traduzione letterale del pezzo intitolata Un cavallo senza nome. (M.L. per 70-80.it)