Da adolescenti – negli anni 60 e 70 – non si andava volentieri dal barbiere (sarebbe diventato parrucchiere solo negli anni ’80). A costringerci a farlo erano le minacce di sanzioni più o meno rilevanti dei genitori, preoccupati di avere un figlio capellone.
Teddy boy
Termine che, beninteso, non significava tanto coi capelli lunghi, ma teddy boy, hippy, figlio dei fiori, ecc. Epiteti che, nella mentalità genitoriale del tempo, avrebbero voluto essere dispregiativi.
Quei giornaletti
Però andare a tagliarsi i capelli aveva almeno un risvolto positivo: la possibilità di leggere con testosteronico interesse i fumetti erotici (i giornaletti sporchi). Che lì abbondavano insieme, ovviamente, alle riviste di auto, moto e sport in generale.
Il Lando e il Montatore
Tra quelli in auge – e scolpito tuttora nella memoria di ogni 50-60enne – c’era il Lando, il cui protagonista era una caricatura del cantante multitasking Adriano Celentano (1938), mentre Lando Buzzanca (1935-2022), attore italiano famoso in quel periodo per le parti di donnaiolo impenitente, aveva l’ater ego ne Il Montatore.
Zora, Jacula e Biancaneve
Il Lando era pubblicato dalla Edifumetto (nota anche come Editrice Squalo, Squalo Comics ed Edifumetto 3000), una casa editrice italiana fondata nel 1972 da Renzo Barbieri. E si poneva a metà strada tra il fumetto per adulti (Zora la vampira e Jacula, di genere horror, Biancaneve e Sexy Favole, di genere umoristico) e generi non erotici realizzati da autori di fama come Magnus.
L’apice
Nel periodo di maggior successo vennero pubblicati dalla Edifumetto una ventina di tascabili erotici al mese. Ma, alla fine degli anni Ottanta, le videocassette per adulti ne decretarono la fine.