Anni 60 e 70. Quando la spesa si faceva nella drogheria o nel negozio alimentare col gestore che sapeva tutto di te perchè ti aveva profilato

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“Vai dal signor Mario ad acquistare un etto di prosciutto cotto, di quello che sa lui“. Quei ricordi di un’epoca così lontana secondo i metri sociali moderni, eppure così vicina secondo quelli dell’esistenza umana. Quando la spesa era un rito scaglionato in funzione del consumo giornaliero, senza la meccanicità delle attuali scorte su carrelli stracolmi.

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La cellula

La bottega del salumiere, negli anni ’60, era la cellula del futuro supermercato: ci trovavi, compresse, spezie, generi alimentari estremamente variegati, ma anche prodotti casalinghi ed accessori di uso quotidiano.

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Commercio a tegola

La specializzazione non esisteva: ogni negoziante sforava abitualmente su mercati adiacenti.

Sovrapposizione

Quindi la sovrapposizione nella vendita di prodotti da parte di esercizi tecnicamente differenti (la merceria rispetto alla drogheria o al prestinaio, per esempio) era usuale.

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La profilazione del salumiere

Oggi siamo profilati da Amazon, ma al tempo anche il droghiere sapeva tutto di noi e quando derogavamo dalla (mini) lista della spesa commissionata dalla mamma, scattava il pop-up sulla sua faccia.

Alert

Con un alert nella piena consapevolezza che quello che stavamo chiedendo di acquistare non era compatibile con gli ordini precedenti. Ergo, si trattava di colpa o dolo.

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Social commerce

Di fatto il negozio degli alimentari, così come il bar centrale, la mer3ceria, il giornalaio/tabaccaio di paese o quartiere erano forme di social media per la veicolazione di novità e gossip. Luoghi dove ci si poteva aggiornare sul microcosmo sociale, oltre ad acquistare. Esattamente come oggi su Facebook.

Il grande fratello con il camice della Invernizzi

Il negoziante era un’estensione della famiglia: difficile potergli mentire. Lui sapeva tutto di te e forniva suggerimenti di norma pertinenti rispetto alle tue necessità e gusti. Esattamente come Google.

Il libretto della spesa

Esisteva poi una forma di carta di credito analogica basata su un rapporto di estrema fiducia: il libretto della spesa. Su un quaderno nominativo con copertina rigida venivano segnati gli acquisti progressivi nel mese, col saldo alla fine dello stesso, di norma in coincidenza col 27, che era il giorno di paga dello stipendio del capofamiglia. Come con PayPal. (M.L. per 70-80.it)

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