1978. Il Progetto Blue Book ispira la serie tv Project UFO. Due stagioni di 13 episodi cadauna che arriveranno in Italia negli anni ’80

Blue Book, Project Ufo

Negli anni ’70 il tema dei dischi volanti, evoluti in oggetti volanti non identificati (UFO), tiene banco al cinema, in tv (soprattutto con la serie UFO – SH.A.D.O.), nelle edicole, in libreria. Iniziano a diffondersi le prime teorie complottiste, che vogliono i governi informati della presenza di alieni sulla Terra, se non addirittura in combutta con loro.

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Project Blue Book

L’argomento viene preso molto seriamente anche dalle istituzioni, come dimostra la presenza di studi sistematici dell’aeronautica militare statunitense (USAF) condotti tra il 1947 e il 1969 su una serie di avvistamenti di UFO nel territorio statunitense e in buona parte delle Americhe e dell’Europa. Progetto che prese il nome di Blue Book.

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Scopo delle indagini

La finalità delle indagini del Blue Book era quella di determinare se gli UFO costituissero una minaccia per la sicurezza nazionale USA e di classificare e analizzare scientificamente tutti i dati raccolti sul fenomeno.

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5% di UFO

Il progetto Blue Book venne formalmente concluso il 17 dicembre 1969 dopo aver indagato 12.618 casi di avvistamento, 701 dei quali (circa il 5 %) rimasero classificati come “non identificati”.

project Ufo

Project UFO

E proprio al Blue Book s’ispirò la serie Project UFO, ideata da Jack Webb (1920-1982, produttore del dramma radiofonico Dragnet), trasmessa negli USA tra il 1978 ed il 1979 in due stagioni da 13 episodi ciascuna (durata 45′). In Italia la fiction fu invece trasmessa negli anni ’80 sui circuiti delle tv locali.

Le ricerche di Webb

Per realizzare la serie, Webb si documentò per 8 mesi su 12.000 casi del Blue Book . Tanto che la sigla iniziale di Project UFO annotava: “Dai documenti degli archivi nazionali degli Stati Uniti d’America, una serie basata sui rapporti ufficiali relativi agli avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO) vissuti attraverso i loro testimoni”.

project ufo

Gli investigatori militari

I protagonisti della serie, che probabilmente influì sul concept di X-Files negli anni ’90, erano due investigatori militari: il maggiore Jake Gatlin (William Jordan, 1937) e il sergente Harry Fitz (Caskey Swaim, 1947) della United States Air Force, che indagavano su presunti avvistamenti di UFO.

2^ stagione

Nella seconda stagione, Jordan venne sostituito da Edward Winter (1937-2001), che interpretò il capitano Ben Ryan.

Il layout di Project UFO

La trama di ogni episodio di Project UFO è quasi sempre basata sul medesimo layout:
1) l’episodio si apre con un fenomeno UFO esposto in forma asettica;
2) gli investigatori incaricati indagano e valutano varie ipotesi, propendendo (quasi sempre) per la spiegazione della natura extraterrestre del fenomeno UFO (uno dei due ne è stato testimone in passato, alla guida di un aereo militare);
3) verso la fine dell’episodio l’avvenimento trova una spiegazione convenzionale, che ne esclude l’origine aliena;
4) a pochi minuti dal termine, dopo che le indagini sono concluse, viene tuttavia mostrata la realtà dei fatti (che però non era stata rilevata dagli investigatori). La quale riconduce ad effettive attività extraterrestri l’iniziale oggetto delle indagini.

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La sigla e la voce fuori campo

La sigla della prima stagione mostrava diagrammi e schemi di dischi volanti, con una voce narrante sul presunto avvistamento di un UFO da parte del profeta Ezechiele (620 a.C. circa-570 a.C. circa), autore dell’omonimo Libro della Bibbia ebraica e cristiana.

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La ruota

Ezechiele vide la ruota – recitava la voce introduttiva della serie Project UFO – Questa è la ruota che egli vide. Questi sono oggetti volanti non identificati che gente di oggi asserisce di aver visto. Sono la prova dell’esistenza di una forma progredita di vita e cultura su altri corpi celesti, oppure che altro sono? L’Aeronautica Militare degli Stati Uniti si è assunta il compito di investigare su questa misteriosa materia per giungere alla verità. Ciò che state per vedere sono estratti d’archivio del progetto “Blue Book”, documenti di una ricerca ormai ventennale”.


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