All the President’s men – tradotto letteralmente come Tutti gli uomini del Presidente – è un film del 1976, diretto da Alan J. Pakula (1928-1998), divenuto una pietra miliare del cinema politico-giornalistico che ha fissato nella memoria di più di una generazione il famoso scandalo americano del 1972: il Watergate.
Redford e Hoffman
La pellicola è indissolubilmente legata agli attori Robert Redford (1936-2025) e Dustin Hoffman (1937) nei panni dei due giornalisti del Washington Post, Bob Woodward (1943) e Carl Bernstein (1944), che scoprirono quello che sarebbe appunto diventato lo scandalo Watergate, che portò alla richiesta di impeachment ed alle dimissioni dell’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon (1913-1994).
La vicenda (vera)
Questi i fatti.
Il 1º giugno 1972 Richard Nixon rientra dal viaggio in Europa orientale ed Iran – dove ha firmato con Leonid Il’ič Brežnev (1906-1982) il primo trattato di riduzione degli armamenti – col Congresso che lo accoglie trionfalmente.
Il palazzo Watergate
Il 17 giugno 1972, però, cinque uomini vengono arrestati nella sede del Partito Democratico al palazzo Watergate. Bob Woodward, giovane cronista del Washington Post, segue l’udienza e scopre che uno degli arrestati lavora per la CIA. Il giornalista intuisce un legame con la campagna di rielezione di Nixon ed inizia a indagare. Il collega Carl Bernstein si unisce all’inchiesta, nonostante lo scetticismo iniziale del caporedattore.
Gli ostacoli dell’inchiesta
Harry Rosenfeld, responsabile di cronaca del Washington Post, insiste perché siano proprio i due giovani a seguire il caso, ma le indagini sono ostacolate dal silenzio generale e dall’assenza di prove dirette.
La stampa nazionale, incluso il New York Times, snobba la vicenda ma Woodward riceve aiuti da “Gola profonda”, un misterioso informatore legato all’amministrazione, mentre il direttore del quotidiano, Ben Bradlee (1921-2014), pur dubbioso, sostiene l’inchiesta.
Gli indizi
In breve, dalle indagini giornalistiche emergono tracce di movimenti di denaro e conti esteri senza apparente origine, ma gli indizi convergono verso il CREEP, il comitato per la rielezione di Nixon, che il 7 novembre 1972 vince le elezioni contro George McGovern (1922-2012). Woodward e Bernstein scoprono così che il CREEP pratica spionaggio e corruzione sistematica e che la rete coinvolge CIA, FBI ed alti funzionari.

L’impeachment
L’inchiesta del giornale diventa sempre più solida e dettagliata, tanto che il 9 maggio 1974 il Congresso avvia la procedura di impeachment. La pressione politica e giudiziaria si fa così insostenibile ed il 9 agosto 1974 Nixon si dimette, primo presidente USA a farlo.
La sceneggiatura
La sceneggiatura di Tutti gli uomini del Presidente è firmata da William Goldman (1931-2018), che lavora su più versioni, con interlocuzioni anche con Bernstein e Woodward, per trovare un equilibrio tra realtà storica e racconto cinematografico.
I dettagli
Si curano i dettagli: la riproduzione meticolosa della redazione, la creazione di ambienti che riflettono il clima di paranoia istituzionale, l’uso di fonti e materiali giornalistici come documenti, elenchi, segreterie reali. Il film punta a restituire l’atmosfera della responsabilità civile, della ricerca della verità.
Impatto, accoglienza e riconoscimenti
Ed infatti i risultati premiano: alla sua uscita il film ottiene grande apprezzamento dalla critica, in gran parte unanime, sia per la qualità narrativa sia per la precisione con cui è stato raccontato uno scandalo che aveva scosso gli Stati Uniti quattro anni prima.

Oscar 1977
Su otto candidature, il film vince quattro premi, tra cui migliore sceneggiatura non originale (Goldman) e migliore attore non protagonista (Jason Robards, 1922-2000), mentre sul piano commerciale si traduce in un enorme successo, divenendo una delle pellicole dai maggiori incassi dell’anno.
Una lezione di giornalismo
Tutti gli uomini del Presidente non è solo un thriller politico, ma un potente esemplare di quanto possa essere decisiva la perseveranza dei cronisti nel perseguire la verità, nonostante ostacoli e pericoli. Di una attualità incontestabile, il film vede dinamiche di copertura, segretezza governativa, pressioni politiche ed il ruolo della stampa come cane da guardia delle istituzioni.
Qualità cinematografica
La regia, la sceneggiatura, le interpretazioni di Robert Redford e Dustin Hoffman, la cura nei dettagli costruiscono un film che funziona su più livelli, non solo informativo, ma anche emotivo, coinvolgente, capace di creare suspense pur nel racconto di eventi già noti.

Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)





