Quando ti imponevano di indossarli significava che era un giorno di festa (nell’accezione di festività/cerimonia/messa/domenica e noiosismi vari) e dovevi vestirti bene. Ergo non potevi entrare nelle pozzanghere, giocare col fango, impolverarti, ecc.
Insomma, la prospettiva di una giornata pallosissima.
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Tanto carini (per mamme e nonne)….
I sandaletti con gli occhi (di gatto) piacevano alle mamme e soprattutto alle nonne, perché sapevano di bambini educati e carini. Cioè il contrario di quello che molti di noi volevano essere o comunque apparire.
Eccessi
Per molti (anche se, va detto, non per tutti) erano brutti e scomodi al netto di abominevoli adattamenti alla crescita. Che suggerivano a qualche sadico genitore di tagliargli le punte per recuperare qualche mese di vita alle occhiute scarpe.
Le ritorsioni
Lato opposto, si cercava di limitarne la durata rovinandoli velocemente, qualcuno addirittura passandole con la carta vetrata….
Certo, le ritorsioni poi erano pesanti, ma il gioco valeva la candela. Perché ne andava della credibilità coi pari.
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Pendant
I colori più gettonati per i sandaletti con gli occhi erano il nero (con la deriva di vernice, che ti ghettizzava ulteriormente), il bianco (cerimonissimi), il blu (eleganti, sempre per le mamme) ed il camoscio per i genitori più sofisticati.
Sassolino nella scarpa
L’abbinamento era – ovviamente – coi calzini bianchi ed il sassolino nella scarpa non era qualcosa che ti tenevi dentro e prima o poi avresti detto, ma proprio quelli che entravano nei buchi (pardon, gli occhi) e ti costringevano a svuotarli perennemente.
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