Noi che giocavamo a pallone all’Oratorio. E che ci commuoviamo ascoltando Azzurro di Celentano…

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La domenica pomeriggio all’Oratorio, consacrata nel 1968 in Azzurro (“Sembra quand’ero all’oratorio, con tanto sole, tanti anni fa. Quelle domeniche da solo, in un cortile, a passeggiar“)  forse il brano più famoso di Adriano Celentano (1938) su testo di Vito Pallavicini (1924-2007) e Paolo Conte (1937), è un ricordo solido nella memoria dei nati prima del 1970 (tende ad esserlo meno in quelli degli anni successivi).

Definizione

Tecnicamente l’Oratorio (chiamato anche patronato, centro parrocchiale o centro giovanile) è, nell’accezione moderna, un luogo destinato alla pastorale giovanile della Chiesa cattolica, dove giovani animatori unitamente a sacerdoti educano alla fede cristiana bambini e ragazzi.

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La storia

L’oratorio moderno nasce da un’ispirazione intorno al 1550 di San Filippo Neri (1515-1595) con l’intento di creare una comunità di religiosi e laici unita in un vincolo di mutua carità sullo stile degli apostoli.

La Congregazione dell’Oratorio

Nel 1575 Papa Gregorio XIII (al secolo Ugo Boncompagni, 1501-1585), eresse la Congregazione dell’Oratorio e concesse a questa la chiesa di Santa Maria in Vallicella, che divenne così il luogo del primo oratorio.

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Le finalità

In realtà, le finalità dell’oratorio di San Filippo Neri erano quelle della preghiera (attuata attraverso il coinvolgimento di uomini comuni e di cultura nella lettura della Bibbia) e dell’educazione dei ragazzi.

Le ragazze di strada di Verona

Tra il 1802 e il 1808, Santa Maddalena di Canossa (1774-1835) fondò le prime case (non ancora chiamate oratori) per raccogliere le ragazze di strada di Verona, mettendo a disposizione il suo palazzo e le case prese in affitto e istruendo loro alla religione e alla professione.

Il primo oratorio

Nel 1831 nacque il primo Oratorio Canossiano a Venezia con la compiacenza di Papa Gregorio XVI (al secolo Bartolomeo Alberto, 1765-1846). Di lì inizia la storia dei Figli della Carità – Canossiani.

L’Oratorio di Giovanni Bosco

Sulla scia di Filippo Neri, nacque l’idea di Giovanni Bosco (1815-1888), a cui va ricondotto il modello di oratorio che oggi conosciamo.

Il primo incontro

Nel 1841 Bosco incontrò dei giovani nella sacrestia della chiesa di San Francesco d’Assisi a Torino per il primo di una serie di incontri di preghiera.

Posto fisso

La sua passione educativa per i giovani lo portò ad avvicinare sempre più ragazzi, tra i quali Domenico Savio (1852-1857). I primi affollati incontri non avevano un posto fisso.

1846

Solo nel giorno di Pasqua del 1846 l’Oratorio si stabilì sotto una tettoia con un pezzo di prato: la famosa tettoia Pinardi a Valdocco.

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L’Oratorio aggregativo

L’Oratorio di don Giovanni Bosco è diventato sempre più luogo di aggregazione e formazione, sia religiosa sia umana.

Andrea Carlo Ferrari

Le strutture si sono attrezzate e ingrandite, oltre a diffondersi per tutta Italia, con maggior diffusione nel Settentrione. In particolare l’arcivescovo di Milano card. Andrea Carlo Ferrari (1850-1921) promosse la creazione di un oratorio maschile e di uno femminile in ogni parrocchia.

Il riconoscimento del 2001

Dal 2001 una serie di provvedimenti legislativi nazionali e regionali ha riconosciuto la «funzione sociale ed educativa svolta dagli oratori parrocchiali», promuovendo quindi la costruzione e la ristrutturazione delle strutture oratoriali.

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Il laboratorio dei talenti

Nel 2013 la CEI ha pubblicato la nota pastorale del valore e la missione degli oratori nel contesto dell’educazione alla vita buona del Vangelo dal titolo Il laboratorio dei talenti.

Documento sui generis

Si tratta del primo documento nazionale del suo genere sul tema degli oratori in Italia. (M.L. per 70-80.it)

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